Per la terza volta ripropongo con questo opuscolo alcune riflessioni che vogliono essere insieme – come già nei due precedenti (1987, 1989) – una verifica e un confronto, al termine di un biennio ricco di avvenimenti importanti per la nostra isola.
L’esigenza nasce in me prima di tutto da un dovere di informazione non tanto sulla mia personale attività di Consigliere regionale quanto piuttosto sul dibattito complessivo in atto nella massima Assemblea sarda, e nei suoi dintorni immediati, sul presente e sul futuro della nostra terra.
Dalla necessità primaria dell’informazione – sembrerebbe strano, nel villaggio globale, ma la gran massa di notizie dalle quali veniamo quotidianamente tempestati non sempre ci consente l’approfondimento – discende la sostanza del discorso che per me vuole essere un dialogo.
Alla coscienza di ciascuno sono presenti i formidabili problemi con i quali occorre misurarsi: dai vincoli – antichi e nuovi – per uno sviluppo che non ci precluda l’Europa all’invecchiamento del sistema politico, dal bisogno sempre più forte e sentito di un nuovo regionalismo che riempia di linfa il concetto di Autonomia, dalla vitale necessità di reagire ai processi di omologazione all’urgenza di recuperare appieno, salvaguardandola e rinnovandola, quell’identità troppe volte compressa e svilita.
L’Autonomia riflette per intero le nostre tensioni, le nostre incertezze, le nostre contraddizioni: e ne soffre il sentimento di affezione che i sardi le riversano.
Nuvole minacciose si addensano da ogni parte su nostro futuro in una società progressivamente indifferente ai valori della solidarietà, sempre meno incline ad apprezzare i contenuti della politica e sempre più propensa a consumarne le apparenze.
Ne deriva la convinzione che sia necessario trovare un supplemento di impegno per invertire queste tendenze, perché non sia ineluttabile il declino della politica come espressione alta di un nesso che lega cittadino, persona e istituzioni.
In questo impegno le sigle contano sempre meno, rischiano di diventare un inutile orpello. E ciascuno di noi avrà valore e sarà giudicato non più in base alle rigidità dello schieramento al quale appartiene, bensì in ragione dei suoi comportamenti.
Ci troviamo alle soglie di una stagione di grandi cambiamenti e la dislocazione di uomini e partiti rispetto alla bussola della storia non è affatto scontata: sarà conveniente rimettere in discussione le nostre certezze e le nostre abitudini per fare bene la nostra parte.
Conservo inalterata la mia carica di ottimismo in questo cammino in gran parte inesplorato e dunque pieno di incognite ma, nonostante tutto, sempre ricco di prospettive affascinanti.
dipenderà anche da noi, da ognuno di noi, renderle realizzabili.