L’Unità, 16/04/1999
“Non abbiamo mai avuto il mito della persona, e non l’abbiamo neanche nei confronti di Prodi. Tutta la stima che abbiamo nei suoi confronti non ci fa confondere i progetti con le persone. Neanche quando si tratta di Romano Prodi”.
Presidente, che cosa pensa dell’improvviso irrigidimento dei Democratici circa il simbolo comune dell’Ulivo alle Europee?
Una posizione sorprendente, in qualche modo sgradevole. L’Ulivo è un patrimonio comune, e in questa fase politica complessa avevamo tutti convenuto di salvaguardare questo patrimonio. Vedo invece in questa uscita un uso strumentale dell’esclusiva del marchio. Noi abbiamo sempre sostenuto che l’Ulivo è una grande scommessa ancora aperta, al di là dei nomi e delle bandiere. La scelta strategica resta, poi sono gli uomini che vanno e vengono. Ma nessuno di noi è indispensabile: faremmo tutti bene a non chiamare in ballo il progetto generale.
Ha il sospetto di una vendetta prodiana nei confronti del Ppi?
La cosa non ci tocca minimamente. Noi non pensiamo che la scelta bipolare si identifichi con il referendum, e utilizzare il giudizio sulla consultazione è sbagliato. Se poi tutto questo è l’espressione di un certo disegno, dovremmo tutti quanti farci carico di essere pazienti…
Si nota una certa acredine nei vostri confronti, tra i sostenitori del somarello…
Se si tratta più di acredine che di argomentazione politica lo dovrebbe chiedere a loro. Noi non abbiamo acredine. Siamo delusi che l’occasione per un rapporto più coeso tra Prodi e il Ppi sia stata mancata. Ma abbiamo scelto insieme di andare divisi. Per noi, ripeto ancora una volta, il progetto resta valido. Se poi qualcuno, dentro il movimento ulivista, considera che ci sia una così intensa identificazione, be’, sono problemi loro…
L’Asinello non rischia, scalciando un po’ di qua e un po’ di là, di spiantare l’Ulivo?
L’Ulivo è il nome di un progetto politico, nel quale abbiamo creduto con passione e convinzione. Questo progetto politico per noi resta in piedi, è importante. Non sarà certamente una disputa sui simboli e sui nomi a sminuire il valore di questa esperienza. Mi dispiace per questa infelice sortita. Spero che questo gesto, questo approccio, diciamo così, un po’ rozzo, sia solo una “defaillance” momentanea…
Non viene mai da pensare, a voi popolari, che Prodi sia almeno un po’ ingeneroso nei confronti dei suoi alleati?
Prodi è una grande risorsa per l’Italia. Svolge un ruolo per il quale tutti proviamo non solo sostegno, ma anche solidarietà. Ma, ripeto, noi non abbiamo il mito della persona. Neanche se questa persona è Romano Prodi.