Il leader della Margherita apre la “fase due” nella maggioranza
L’Unione Sarda, 30 ottobre
Antonello Soro, coordinatore nazionale Dl: è il momento di “aggiornare la squadra di governo e il progetto”
Due belle mani di vernice: una sulla Giunta regionale e una sul programma di coalizione. “Questa è una legislatura straordinaria”, si affretta a precisare Antonello Soro, coordinatore nazionale della Margherita: ma al giro di boa “va aggiornato il progetto”. L’ex nume tutelare dei Dl sardi è ormai nel sancta sanctorum del partito, il club superesclusivo dei Rutelli, Parisi, Franceschini (e pochi altri) che gestiranno la spinosa fusione coi Ds.
E certo, viste da Roma, le paturnie del centrosinistra sardo forse si ridimensionano, rispetto a quelle di Prodi. Ma Soro conferma la necessità di correttivi, evidenziata dal caso Pigliaru. E non nega (seppur con formula iperprudente, la vecchia scuola Dc) l’interesse dei Dl per l’assessorato alla Sanità.
Quanto alle tensioni sociali, Soro attende una mano dalla Finanziaria nazionale: “Da sardi, ciò che conta è salvare l’articolo 102 sulle entrate della Regione”.
Sempre che regga il Governo.
“Reggerà. Anche al Senato”
Comunque, per l’immediato l’Isola non avrà molto.
“La misura contenuta nell’articolo 102 può apparire modesta per i primi anni, ma garantisce già saldi positivi. Che dal 2010 diventeranno assai robusti”.
Farci carico della sanità non un salto nel buio?
“No, è un operazione partita per tutte le regioni: anche a statuto speciale. Avremo più oneri ma anche entrate aggiuntive ben superiori agli oneri stessi”.
E’ possibile che nel passaggio parlamentare salti tutto?
“Incrocio le dita, ma non credo. A meno che l’opposizione non voglia rimettere tutto in discussione, divertendosi a chiedere “più uno” dopo che per cinque anni hanno fatto “zero”.
Nella scorsa legislatura, anche voi chiedevate “più uno” sulla continuità territoriale.
“Casi diversi: la Cdl aveva cancellato i finanziamenti della continuità creata da noi. Per cui chiedevamo di ripristinarli”.
Il Partito democratico darà solidità al Governo?
“E’ un orizzonte più ampio. Si tratta di riorganizzare l’offerta politica riformista, rispetto a divisioni che nella testa della gente sono ormai superete”.
Eppure nella Margherita è scoppiato il caso tessere.
“Il nostro statuto aveva spalancato le porte, e forse sono entrati anche malfattori. Ma abbiamo trovato una soluzione molto energica per sterilizzare le tessere fantasma: nei congressi voteranno iscritti veri, con documenti alla mano”.
E’ vero che nell’Isola il gruppo unico in Regione nascerà solo perchè imposto da Roma?
“Nessuna imposizione. Io e il diessino Migliavacca stiamo convocando tutti i segretari e i capigruppo regionali, perchè favoriscano i gruppi unici. Poi qua faremo una “Orvieto sarda”, un’assemblea per porre le basi programmatiche: coinvolgendo Progetto Sardegna e Soru, che sono stati catalizzatori di una nuova tensione autonomistica”.
Però esplodono tensioni sociali e i casi Pigliaru e Dessì: in Giunta serve una “fase due”?
“Soru ha saputo imprimere una forte azione riformista, che ha fatto emergere la complessità dei problemi e alcune resistenze. Le tensioni sociali fanno parte di un percorso largamente previsto, e sono anche espressione di un’insufficiente capacità di governo. Sarebbe presuntuoso pensare di aver già compiuto in due anni, l’intero percorso”.
Dove bisogna intervenire?
“Bisogna aggiornare alcuni schemi di un progetto di governo nato quasi tre anni fa. E anche la squadra che guida la Regione: non come esito di una crisi, ma come nuova fase nel cammino della maggiornanza”.
Si può fare subito?
“In questi mesi: la definizione precisa dei tempi spetta alla coalizione e al presidente”.
E’ il momento di inserire assessori con più peso politico?
“Io ho sempre contestato chi faceva l’assessore sentendosi in qualche modo un “tecnico”: la Giunta è un organo politico, che deve mettere in campo competenze democratiche. Gli assessori non sono direttori generali”.
Pigliaru e Dessì criticano l’accentramento dei poteri sul presidente: lei che ne pensa?
“Il bilanciamento di poteri riguarda il rapporto Giunta-Consiglio: nell’esecutivo si pone invece un problema di condivisione delle scelte. In tutte le regioni si cerca di coniugare l’esigenza di partecipazione con una democrazia che sappia governare: mi pare che Soru abbia acquisito ogni elemento utile sul punto”.
Nei Ds emergono spesso tensioni con Soru, voi invece le tenete riservate: come mai?
“Non è così, questa sensazione nasce dalla compatezza acquisita al nostro interno e nel dialogo leale col presidente. In una coalizione si discute, ma poi va tenuta la barra dritta: questa è una legislatura straordinaria, non possiamo cambiare direzione di marcia tutte le settimane”.
E’ vero che i Dl, nel rimpasto, rivendicano la Sanità?
“Non mi risulta questa richiesta. Ma non lo escludo”.