Il Sole 24 Ore, 10 Novembre 2007
Le aperture dell’Udc “sono significativamente importanti ma non bastano”.
Il dialogo sulle riforme per Antonello Soro, 59 anni, neo eletto capogruppo dell’Ulivo-Pd alla Camera, deve avere ambizioni più alte e uno sguardo più ampio in tutta la Cdl. “Si può discutere di un modello che, con elementi proporzionali possa portare in futuro l’Udc a scegliere se stare con la Cdl o con il Partito democratico. Ma, certo, non a decidere chi dei due deve governare”. Insomma, non è sul tavolo una formula, come quella del tedesco puro, “che consenta ad alcuno di fare da ago della bilancia”.
Il Pd fa appelli al dialogo ma esiste una proposta unitaria?
Irrigidirsi su un modello creerebbe un percorso di dialogo viziato.
Ma il Pd è diviso tra chi punta a un sistema tedesco puro e chi vuole una correzione in senso maggioritario?
Walter Veltroni ha aperto una consultazione partendo dalla convinzione che sia possibile combinare la natura proporzionale del sistema tedesco con elementi di maggioritario. Ogni specificazione ulteriore ridurrebbe la disponibilità di tutti a trattare. Certo, saremmo molto più avanti se Silvio Berlusconi non avesse imposto alla Cdl questo blocco continuo del confronto che sta portando l’opposizione a un dissolvimento delle proposte politiche. Tutto gira introno alla spallata ma dalla prossima settimana si può aprire una nuova pagina.
Restiamo nella maggioranza: il Prc fa aperture sul tedesco corretto ma Verdi e Pdci si mettono di traverso. Come li convincerete?
Ragionando e chiarendo che la competizione elettorale resterà aperta, che nessuno dovrà sentirsi escluso ma nemmeno potrà imporre oltre la caratteristica – tutta italiana – di partiti personali con percentuali che, in nessun Paese europeo, hanno una rappresentanza tale da condizionare i governi.
I modelli elettorali pongono anche il tema delle coalizioni. Niente più alleanze a sinistra per il Pd?
Non voglio prefigurare il futuro ma se dimostreremo che – attraverso un lavoro di discussione e reciproche rinunce – è possibile affinare la coesione, questo farà cambiare prospettive. Quel che è certo è che se il Governo e questa coalizione dovessero fallire, sarebbe impensabile riproporsi insieme alle prossime elezioni.
Insomma, nel futuro del Pd non c’è solo Casini?
L’Udc, come tutte le formazioni che si dispongono su una linea di confine, potrebbe in futuro essere spinta a partecipare a un’esperienza di governo insieme al Partito democratico. Non credo però che il progetto politico del Pd e dell’Unione possano avere come unico punto di riferimento le decisioni dell’Udc. Intanto registro che nelle ultime settimane si è aperta una bella discussione anche lì.
Parla del meeting a Verona della corrente di Giovanardi?
Bè, mi pare che la partecipazione di Silvio Berlusconi abbia riproposto in termini nuovi una dialettica interna. Insomma, anche l’Udc partecipa a questa fase di innovazione del sistema politico e non può pensare che la propria prospettiva sia quella di fare l’ago della bilancia. Questo credo non sia consentito a nessuno.
Si possono fare le riforme senza An e Forza Italia?
Quando verrà meno il blocco democratico imposto da Silvio Berlusconi, credo che anche dentro An e Forza Italia ci saranno – e già ci sono – personalità interessate a condividere alcuni degli obiettivi della maggioranza: conferma del bipolarismo, riduzione della frammentazione, rafforzamento del premier. Il dialogo dovrà essere il più aperto e ampio possibile senza esclusioni preconfezionate.