“Chi divulga online informazioni di natura sessuale si espone a rischi enorni”
(La Repubblica, 27 maggio 2013)
“Internet e il mondo dei social network sono ancora un Far West senza regole.E chiunque divulga dati di natura sessuale si espone inevitabilmente a rischi enormi. Però stiamo attenti. Talvolta le vittime possono diventate carnefici. Come nel caso di “io odio i maniaci di merda””. A parlare è Antonello Soro, il Garante della privacy, che da settimane monitora i sìti delle community di denuncia.
Cos’è che la preoccupa di più di quella pagina Facebook?
“La natura dei post in questione, perché possono essere tratti da una chat privata, oppure possono essere stati pubblicati su un profilo aperto, o ancora essere stati inviati in maniera massiva e indiscriminata a più interìocutori, quasi fosse spam. E poi c’è la possibilità dei “falsi”: non mi stupirei che molti dei messaggi denunciati nel sito possano essere stati postati da chi ha utilizzato nomi e cognomi combinati a caso e foto raccolte chissà dove. Da ultimo c’è il caso più grave, quello del furto dì identità, cioè l’utilizzazione di dati personali di persone ignare che diventano vittime due volte: perché a loro nome vengono inviati messaggi volgari a sconosciuti e perché si ritrovano etichettati come “maniaci?”
Si viola la privacy degli utenti in questo modo?
“Sì. E quindi chi, magari per difendersi o stigmatizzare un comportamento, usa un sito che denuncia presunti “maniaci” invece di rivolgersi alla autorità competenti, rischia di trasformarsi da vittima in carnefice”.
Chi deve rispondere dell’eventuale violazione?
“In linea di massima a rischiare è chi materialmente posta i messaggi da denunciare. Tuttavia, anche l’eventuale moderatore o il soggetto che ha aperto siti di questo genere si espone comunque a gravi rischi”
E qual è la posizione del Garante su chi, attraverso siti che garantiscono l’anonimato, denuncia evasori fiscali?
“Se la finalità è fornire statistiche sull’evasione in Italia non ci sono rischi per la privacy. I problemi sorgono se il sito consente di rendono identificabile il presunto evasore. In questo caso sorgono una serie di quesiti in ordine al rispetto di alcuni importanti principi contenuti nel Codice privacy, dal principio di finalità a quello di pertinenza e non eccedenza. Per esempio: perché dovrebbe essere necessario pubblicare un fatto su un sito, quando è molto più efficace denunciare il fatto alle autorità competenti? Cosa capita se la denuncia non ha fondamento e l’interessato si vede etichettato come evasore di fronte al mondo? E ancora, può un sito sostituirsi agli accertamenti che competono a forze e di polizia e magistratura?”.