(Ansa, 2 aprile 2014)
“Non si può negare che la rivoluzione digitale abbia scompaginato insieme agli stili di vita anche molte tradizionali categorie giuridiche. Penso tuttavia che non possiamo consentire che gli eventi ci soverchino e che inerzia e situazioni di fatto favoriscano l’oblio del diritto”. Lo ha affermato il Garante della privacy, Antonello Soro, in un intervento-lezione alla scuola di perfezionamento per le forze di polizia.
“Dobbiamo sfuggire a due tentazioni estreme e opposte – ha proseguito Soro -: da una parte quella di una inutile e stupida tecnofobia, la fuga dall’innovazione, l’idea apocalittica che attribuisce alla rete la colpa di tutti i mali della modernità e, dall’altra, la rinuncia rassegnata a contrastare le distorsioni del sistema, a ricercare una qualche regolazione dei processi globali che presiedono alla comunicazione elettronica e più in generale a vivere responsabilmente il nostro tempo”.
“La questione è complessa – ha detto inoltre il Garante -: il bisogno di regolare la rete per coniugare libertà e responsabilità nel più grande spazio pubblico del nostro tempo è tema che appassiona e divide le opinioni pubbliche in ogni parte del pianeta. E la disputa riguarda, sempre più, la possibilità di riconoscere e tutelare i diritti fondamentali nello spazio digitale. La risposta va trovata, auspicabilmente, in una dimensione sovranazionale. Per questo è di estrema importanza la risoluzione approvata nel novembre 2013 dall’ONU proprio sul tema della ‘Privacy nell’era digitale con la quale si invitano gli stati membri ad operare per prevenire le violazioni del ‘diritto umano alla privacy’ e si sottolinea la necessità che nel mondo online i diritti debbano godere della identica tutela offerta loro nel mondo reale”.