Caso Cambridge Analytica. Il Garante Soro: “Così è a rischio la libertà di scelta”

(di Francesco Pacifico, “Il Mattino”, 20 marzo 2018)

 

Antonello Soro non usa mezzi termini: “Con il potere informativo che converge verso un solo destinatario”, cioè le media company come Facebook, “si sta creando una nuova geografia dei poteri, che tende a cambiare la natura delle democrazie moderne”. Secondo il Garante della Privacy, l’affaire Facebook-Cambridge Analytica, è parte di “un processo ineluttabile: attraverso la sempre maggiore conoscenza delle nostre propensioni, questi soggetti sono in grado di consigliarci sia il prodotto da comprare sia il partito da votare”.

Presidente Soro, è a rischio l’esercizio del voto elettorale?

“Intanto, parlerei di libertà nelle democrazie tradizionali. Questa vicenda la vedo in parallelo con le rivelazioni di Snowden sull’invasività della sorveglianza della Nsa americana: apre una finestra sulla forte capacità di orientamento a scapito di cittadini inconsapevoli, non solo come consumatori e per finalità commerciali, ma in chiave elettorale. Di indizi ce n’erano tanti, ma adesso è chiara la sproporzione in termini di condizionamento di alcuni soggetti, attraverso la loro capacità di conoscere e raccogliere informazioni, notizie, suggerimenti su di noi mediante lepiattaforme digitali. Fb potrebbe condizionare due miliardi di utenti di Fb e finire per indirizzare l’intera umanità. Ma questo soltanto è un aspetto della questione”.

Un aspetto?

“Qui abbiamo 270mila persone, le quali hanno acconsentito a scaricare un’app, che a sua volta non ha soltanto accesso ai loro profili, ma riesce anche a estrapolare informazioni su altri 50 milioni di utenti, inconsapevoli della cosa. Sì, questa è una parte, importante, del fenomeno: la raccolta deidati è in mano a Facebook e a cinque o sei grandissime compagnie digitali. Dati conservati nei loro server, analizzati con calcolatori giganteschi indisponibili ai comuni utilizzatori. Avevamo segnalato il problema di un’eccessiva concentrazione con la fusione tra Facebook e Whatsapp, ma a questa operazione se ne sono aggiunte altre nelle quali questi colossi hanno acquisito società più piccole, start up nate per fornire prodotti innovativi”.

Ma questi soggetti hanno la forza di falsare il voto?

“Nel gioco democratico il voto dei cittadini traduce in una scelta elettorale lo stato di consapevolezza, che si ha in quel momento, del mondo in cui vive. E se questa scelta è figlia di una lettura quotidiana e completa della realtà, allora possiamo parlare di libertà. Se invece è figlia di un meccanismo di conoscenza passiva, parziale, settoriale, con una spinta a farci sapere solo quello che è più vicino alle nostre aspettative, allora il percorso elettorale è diverso da quello che dovrebbe esprimere una democrazia compiuta”.

E noi a che punto siamo?

“Stiamo vivendo un cambiamento epocale per le nostre democrazie, che ci porta verso una feudalizzazione della società. Il rischio è che il potere di induzione, sociale prima che politico, dei colossi della rete sia tale da superare il potere degli Stati nell’orientamento e nella raccolta del consenso. Se così fosse, potrebbero esercitare un grande potere persuasivo nei confronti di tutto il mondo”.

Lei prima citava l’acquisizione di Whatsapp da parte di Facebook.

“Come le altre authority europee avevamo sollevato il rischio che Mountain View, attraverso questa operazione, avesse raccolto senza consenso i dati personali di tutti gli utenti di WhatsApp. Se così fosse, saremo di fronte a un illecito. Questa vicenda è al vaglio di tutti gli organismi competenti, alcuni, come quello spagnolo hanno già comminato delle sanzioni, gli altri – come noi – stanno terminando l’istruttoria. Malo facciamo a mani nude, con poteri che non sono sovranazionali”.

Che cosa cambia con il nuovo Regolamento europeo in vigore da fine maggio?

“Il Regolamento consente alle Autorità di garanzia di avere giurisdizione su imprese con sede fuori dai confini europei. Il Board europeo dei Garanti avrà poteri effettivi, non solo consultivi. Sono previste sanzioni molto pesanti, fino al 4 per cento del fatturato globale annuo, e a differenza di ora potremmo fare ispezioni non soltanto con i nostri ispettori, ma coordinandoci con i nostri colleghi europei”.

Qual è lo scenario italiano?

“Nell’economia digitale l’Italia è parte del mondo. Noi abbiamo il vantaggio di avere una disciplina molto rigorosa e avanzata. Ma nel contempo paghiamo lo svantaggio che i pilastri dell’economia digitale non si trovino in Europa. Spesso ci dimentichiamo anche la crescita dei giganti cinesi, che velocemente stanno raggiungendo le dimensioni degli americani e sono entrati nel sistema dei consumatori europei”.

Ma anche da noi ci sono state raccolte di dati con finalità elettorali? Nix, il patron di Analityca, avrebbe anche lavorato sul versante italiano.

“Non abbiamo idea di chi sia il cliente italiano. Non mi sorprenderebbe che soggetti nostrani e europei abbiano pensato di utilizzare questi strumenti in chiave politica, ma finora non ci sono stati casi simili”.

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