(L’Avvenire, 23 giugno 2013 – di Arturo Celletti)
“È il colpo di grazia all’evasione: ora non sfuggirà più nulla, ora i conti correnti non avranno più segreti, ora ogni spesa finirà nel grande “cervellone” dell’Agenzia dell’Entrate”. Antonello Soro, racconta la grande novità fiscale al via da domani, usando parole nette, immagini forti: “Non mi basta dire che lo strumento è efficace. Vado oltre: è l’unico che può funzionare. Vale infinitamente di più di tutte le incursioni a Cortina e infinitamente di più di ogni ipotesi di redditometro”. Colpisce il via libera così deciso del garante per la privacy. Ma Soro usa due argomenti per giustificarlo. Uno: “È un dovere combattere questa gigantesca evasione italiana che più di qualsiasi altra forma di malaffare misura l’egoismo più avido e dissoluto del nostro tempo”. Due: “I dati che finiscono al fisco sono assolutamente protetti. Protetti come mai prima d’ora si era arrivati a fare”.
Partiamo dall’efficacia dello strumento. Davvero funziona più dei blitz a Cortina?
Infinitamente di più. Ora nessun angolo della nostra vita privata potrà sfuggire a questo costante censimento di quello che spendiamo ogni giorno, ogni ora. Ogni dato verrà incrociato e verrà fuori con chiarezza se esistono anomalie, se ci sono zone d’ombra. A quel punto si potrà intervenire in modo selettivo e non casuale come è stato finora: la Guardia di Finanza si potrà muovere con una lampada forte, un radar sicuro.
Ma la privacy? Lei quante volte si è chiesto quanto sia intrusivo il nuovo sistema?
Potenzialmente non era intrusivo, era devastante: si entrava pesantemente nella vita dei cittadini. Però abbiamo lavorato un anno fa con la consapevolezza che si rischiava uno scontro tra due diritti: l’equità fiscale tutelata dalla nostra Costituzione e il diritto alla privacy che è un perno della carta costitutiva dell’Unione europea.
Lei dice: potenzialmente era devastante… Oggi?
Oggi ogni dato viaggerà su canali blindati. È così: il percorso che va dalla banca al grande server dell’anagrafe tributaria è interamente automatizzato. I dati si muoveranno senza l’intervento di operatori e comunque ogni accesso verrà tracciato. Mi spiego: se un dirigente dell’Agenzie delle Entrate volesse mettere il becco sui dati, immediatamente verrebbe registrato e si saprebbe chi è. E comunque guardare i dati è un’operazione complicatissima: sono cifrati e non immediatamente riconducibili a un’identità.
Quei dati dove finiscono?
Si mescolano in un oceano di informazioni depositandosi sul fondo di questo server. Sarà poi un computer a fare una ricognizione per verificare scostamenti e incongruenze tra movimenti e denuncia dei redditi di ognuno di noi. Guarderà e, selettivamente, individuerà le anomalie e analizzerà le zone d’ombra. L’ultima tappa sarà quella degli accertamenti specifici.
E i pagamenti con le carte di credito?
Passerà tutto, ogni movimento, ogni pagamento. Ripeto: non sfuggirà più nulla.
E se una banca volesse “escludere” le movimentazioni di un cliente di riguardo?
Non potrà farlo, non sarà la banca infatti a mandare i dati. Questi verranno prelevati automaticamente: io verso 12 mila euro il 27 giugno e finiscono nel cervellone. Abbiamo faticato a farlo digerire alle banche ma mi sembra un passo giusto: nessuno avrà privilegi, tutti saranno trattati allo stesso modo.
Insisto: la gente potrà fidarsi?
Il sistema è sicurissimo, ma noi non molliamo e la protezione dei dati è una conquista che verrà estesa anche alla pubblica amministrazione. Abbiamo chiesto al Parlamento di fare ogni passo per proteggere i dati nella fase di progettazione dell’agenda digitale. Abbiamo pensato a cosa voglia dire mettere in un server il fascicolo sanitario di un cittadino… Abbiamo avuto garanzie, ma controlleremo periodicamente che quello che abbiamo chiesto venga fatto. Il Parlamento dovrà vigilare e noi saremo attenti che lo faccia. E poi…
E poi?
Le persone oneste non hanno nulla da temere. Devo solo capire che l’evasione fiscale va debellata. Perchè fa male al Paese. E perchè è il terreno di pascolo della criminalità. Chiedo tutela della privacy, ma chi non paga le tasse non deve avere scampo. I cittadini onesti devono capire che questo è nell’interesse del Paese. E la nostra sfida, la sfida di tutti noi, è far crescere la consapevolezza che la lotta all’evasione è la sola vera strada per uscire dalla crisi.
Dai conti correnti senza segreti si tornerà indietro?
La domanda va posta al Parlamento.
E il Parlamento come potrebbe rispondere?
Potrebbe dire “confidiamo in questo strumento straordinario per combattere l’evasione fiscale. Poi, quando questo grande nemico degli italiani verrà sconfitto, si potrà anche voltare pagina”. Ma non sta a me dirlo. Io ho un altro compito: proteggere i dati dei cittadini”.