Soro: la nuova legge elettorale contro la frammentazione, il Pd non può rinunciare a tutto
Il Messaggero, 28 dicembre 2007
Presidente Soro, nella conferenza stampa di fine anno Prodi ha snocciolato cifre e dati. Pensa abbia convinto Dini?
«Non c’è dubbio che il presidente del Consiglio. ha risposto a molti dei rilievi fatti dal senato- re in questi giorni. Specie sulla parte relativa ai tagli alla spesa e alla riduzione del debito pubblico. Prodi ha parlato in maniera chiara e decisa, facendo un bilancio di un’idea di governo capace di far crescere il Paese».
Più che bilancio, sembra che Prodi intenda completare la legislatura. E’ d’accordo?
«E’ evidente, e così sarà. Questa maggioranza mostra un orizzonte aperto ai molti profeti di sventura che in queste settimane hanno annunciato spallate e fine anticipate».
I “profeti” però aumentano anche nella maggioranza?
«Se guardiamo l’azione del governo nel quadro della precarietà politica e di sistema, non si può che essere soddisfatti per ciò che è stato fatto. Le fibrillazioni alle quali ci condannano ogni tanto singole personalità della maggioranza sono un sintomo di una democrazia che ha problemi seri. In democrazie normali quando uno schieramento e un leader vincono le elezioni, fosse anche per un voto, hanno la possibilità di esercitare il proprio mandato e non ci sono verifiche settimanali».
Considerate il senatore Dini fuori della maggioranza?
«Giudico molto negativamente la pretesa di un singolo senatore di essere arbitro della legislatura. Sia esso Dini, Fisichella o Turigliatto. Nessun richiamo alla Costituzione e al vincolo di mandato valgono a giustificare tale pretesa. Non considero comunque Dini fuori. Anche perchè ai motivi sui quali in questi giorni ha costruito il suo dissenso, Prodi ha dato risposte esaurienti. Anche sul contenimento della spesa pubblica».
Eppure diribaltoni si è giovato anche il centrosinistra?
«Ma non hanno cambiato il destino della legislatura. Lo stesso senatore Follini nella passata legislatura ha fortemente contestato il governo. Ha rifiutato delle cariche, ma non ha mai votato o fatto votare contro la fiducia del governo Berlusconi».
Quindi se cade Prodi…
«.. si va al voto anticipato. Non c’è il minimo dubbio. Una crisi di governo ora sarebbe però devastante. Specie per la situazione delicata nella quale si trova l’economia del nostro Paese. inoltre si chiuderebbe una stagione di riforme istituzionali che è appena partita e che mai come ora ha concrete possibilità di realizzarsi».
Quindi niente governi istituzionali. D’altra parte Prodi conta proprio sul ramo del Parlamento dove lei guida il gruppo del Pd
«Fatico a discutere di subordinate. Penso però che un eventuale crisi porterebbe al voto e che sia alla Camera che al Senato non ci saranno spazi per soluzioni diverse».
La verifica di gennaio sarà importante?
«Penso prima di tutto che occorra un’assunzione di responsabilità da parte di tutti. Anche di coloro che si sono resi autonomi dalla forze di provenienza. Credo che l’appuntamento di gennaio sarà un momento importante di un percorso che continuerà. Si farà chiarezza nella maggioranza».
Si parlerà anche di legge elettorale?
«E’ un tema che riguarda il Parlamento. I percorsi sono diversi e considero un errore pensare di usare il governo come strumento di pressione per ottenere una riforma elettorale più vantaggiosa. Noi dobbiamo dare efficienza al sistema italiano e questo non lo si ottiene con qualunque legge elettorale. Il Pd non sarà disponibile ad un accordo qualsiasi».
Si parte dalla bozza Bianco?
«La nostra posizione iniziale era quella del doppio turno alla francese, ma ci siamo resi disponibili ad altri modelli e forme, purché con la nuova legge venga assicurata la riduzione della frammentazione e la possibilità di garantire una democrazia dell’alternanza con due coalizioni omogenee. La bozza Bianco è uno strumento assolutamente flessibile per arrivare a soluzioni differenti».