La sinistra sbaglia, così si compatta il polo

Il Mattino, 04 giugno 2007

 

Soro (Dl): il rischio è farsi amico del giaguaro ora più che mai serveno coesione e toni misurati

“Un assaggio del clima che potrebbe accompagnare sabato la visita di George W. Bush a Roma si può dire sia venuto da Trento, dove il premier, Romano Prodi, è stato costretto ad interrompere la relazione a causa di una contestazione del movimento “No Dal Molin”. Non a caso nel corso dell’ultimo vertice di maggioranza Romano Prodi ha detto chiaro e tondo di non voler vedere facce di ministri tra coloro che scenderanno in piazza contro la Casa Bianca. E questo clima preoccupa i diellini che più volte hanno invitato la sinistra radicale ad abbassare i toni. “Ora fare questo passo è più che mai necessario – spiega il coordinatore della Margherita Antonello Soro – in questo momento i ministri dovrebbero avvertire tutta intera non solo la responsabilità del governo del Paese ma anche per la tenuta di un quadro politico ora in difficoltà”.

Onorevole il suo è un invito ad evitare manifestazioni di protesta?
“Non conosco i movimenti, non ho nessuna intenzione di entrare nel merito delle loro decisioni. Ci sono però molti esponenti della sinistra radicale che rischiano di essere amici del giaguaro”.

In che senso?
“Anzichè contestare Bush in questa fase ottengono il risultato di rappresentare il centrosinistra come un’area litigiosa e troppo composita per avere titolo a governare. C’è un errore di valutazione, un errore di prospettiva, tutti i giudizi politici vanno misurati anche sull’agenda politica e sul calendario”.

Ritiene che in questo momento i toni vadano abbassati?
“Il centrosinistra ha bisogno di una grande prova di coesione. E dovrebbe rappresentare agli italiani il desiderio di continuare l’esperienza di governo, di vincere le sfide di governo. E per questo occorre che ogni occasione, ogni prova, ogni giudizio venga valutato su questa esigenza”.

E invece?
“E invece nelle ultime settimane sono prevalse troppo spesso spinte divaricanti. Da parte di qualcuno c’è stato un desiderio di visibilità, qualche volta ai limiti della incomprensibilità anche per noi che siamo parte decisiva e importante di questa coalizione”.

Nell’ultimo vertice con Prodi si è parlato anche della visita di Bush, il premier ha invitato tutti ad abbassare i toni. Crede che il monito non sortirà alcun effetto?
“Io mi auguro che i partiti di governo abbiano consapevolezza delle responsabilità alla quale sono chiamati in questo momento”.

Ritiene che andrà così?
“Me lo auguro. A tutti i partiti della coalizione credo occorra ricordare che siamo dentro una spirale difficile nei rapporti con l’opinione pubblica, che siamo usciti da una prova elettorale non esaltante e che alla spinta e all’offensiva della CdL occorre rispondere non dando segni di nervosismo o di esaltazione dell’orgoglio identitario ma dando piuttosto prova dello spirito di coalizione”.

Come si è arrivati a questa situazione?
“Al fondo c’è la natura composita della nostra coalizione, anime diverse al governo. E una discussione sulla legge elettorale. Quelli di noi che pensano sia necessario conservare nella configurazione della politica italiana un bipolarismo plurale, e che sono dell’avviso che il referendum elettorale sarebbe una semplificazione contraria agli interessi dei partiti minori, vorrebbero però avere qualche volta il sostegno e la prova che non abbiamo sbagliato a puntare su una larga coalizione”.

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