Camera dei Deputati, 15/09/2009
Il presidente del gruppo del Pd esprime in Aula la solidarietà al Presidente Fini dopo l’inaccettabile attacco da parte del direttore de “Il Giornale”
Signor Presidente, non saremmo onesti con gli italiani se considerassimo estraneo ai nostri lavori quanto accade in questi giorni, in queste ore. Se accettassimo come ineluttabile o, peggio, come normale la pericolosa deriva del confronto politico nel nostro Paese, se dovessimo rassegnarci all’idea che è normale rivolgere un’esplicita intimidazione al Presidente della Camera dei deputati che assume la forma di un palese ricatto.
Troviamo assolutamente legittimo, normale e democraticamente fisiologico esprimere giudizi critici nei confronti delle idee del Presidente della Camera ed è assolutamente legittimo, normale e doveroso, in alcune circostanze, contestare lo stesso operato del Presidente della Camera nell’esercizio della sua funzione (noi lo abbiamo fatto in più di una circostanza). Ma rivolgere minacce e ricatti alla terza carica dello Stato significa mettere sotto schiaffo il Parlamento, mettere in dubbio la libertà di tutti noi. E quando questa minaccia viene da un quotidiano che è di proprietà della famiglia del Presidente del Consiglio dei ministri la cosa è ancora più grave, ed è ancora più inaccettabile se il Presidente del Consiglio non esprime una sola parola di censura (al momento non l’ha espressa) nei confronti di questo episodio, che – al di là dell’episodio in sé – rappresenta una questione gravissima nel nostro Paese.
Viviamo una stagione difficile per il Paese, una fase in cui sarebbe necessario accrescere tutte le forme di coesione, sociale e politica. Accade, invece, che in questi mesi si è alzato un vento di intolleranza e di pressione nei confronti di quanti esprimono opinioni diverse: da xml:namespace prefix = st1 ns = “urn:schemas-microsoft-com:office:smarttags” / la Repubblica, a l’Unità, ad Avvenire, ai giornalisti di una rete della televisione pubblica, agli stessi esponenti della maggioranza di Governo che esprimono parole e opinioni diverse. In questi giorni e in queste settimane si costituiscono dossier, si spargono veleni. Tutto questo non va bene, signor Presidente: è inaccettabile se i veleni, le minacce e i ricatti entrano dentro quest’Aula e si rivolgono nei confronti dei vertici delle nostre istituzioni.
Noi che abbiamo l’ambizione di consolidare in questo Paese un regime di bipolarismo virtuoso e di democrazia dell’alternanza, noi che consideriamo l’onorevole Fini, in quanto cofondatore del Popolo della Libertà, un avversario, un leale avversario nei confronti del quale ci sentiamo alternativi politicamente, sentiamo il dovere di esprimere, in questa circostanza, la nostra solidarietà per il vigliacco attacco nei confronti della sua persona e della sua carica, che è ancora più importante.
Ma insieme alla solidarietà vogliamo esprimere il disagio e la preoccupazione per la nostra democrazia, per la tensione insopportabile che si svolge nel rapporto tra Governo e Parlamento e tra Governo e informazione: è una questione che riguarda tutti, non riguarda solo noi. Noi vorremmo farcene carico insieme a tutto il Parlamento, insieme a tutta la Camera. Noi pensiamo che anche dentro la maggioranza, tra i deputati della maggioranza, tra i senatori della maggioranza, debba muoversi un’iniziativa politica, una voce ferma per arrestare questa deriva, per fermare questo processo.
La nostra democrazia vive un momento difficile. Noi non vogliamo in questa vicenda speculare sulle divisioni della maggioranza; vogliamo riaffermare il diritto e il dovere di questo Parlamento di pretendere un regime di confronto democratico rispettoso delle regole e vogliamo che in ogni momento siano salvaguardate le regole e i vertici delle istituzioni che sono l’unico punto di garanzia nei momenti della massima difficoltà. Per questo confidiamo e speriamo che dai banchi della maggioranza venga qualche parola di chiarezza