Il coordinatore della Margherita è convinto che l’accordo si troverà. “Basta con la demagogia, altrimenti rischiamo davvero di farci del male”
L’Unità, 29 Gennaio 2007
“Basta con l’ostentazione delle bandiere, e anche con l’eccesso di demagogia e di ipocrisia in chi si oppone a una legge per la quale ci siamo impegnati. Allargare i diritti a tutti gli italiani non significa togliere qualcosa alla famiglia fondata sul matrimonio”
Antonello Soro, coordinatore della Margherita, non condivide una virgola della battaglia mastelliana contro le coppie di fatto. E sorride alla dichiarazione di Enzo Carra, leader teodem della Margherita, che al Guardasigilli ieri ha detto: “Fare le barricate adesso mi sembra ridicolo”. “Mi risparmio un commento sui cattolici professionisti per non aggiungere ulteriore benzina…”, dice Soro.
Insomma, è convinto che la posizione di Mastella non farà breccia nella Margherita?
“In parlamento c’è una mozione dell’Ulivo e credo proprio che tutti i nostri parlamentari la voteranno”.
Anche i teodem?
“Ho verificato con Enzo Carra, che è il leader di questa componente, una condivisione della mozione dell’Ulivo”.
Il rischio è che votino anche quella dell’Udeur, che impegna il governo a tenersi fuori dalla materia…
“Non escludo qualche adesione personale e individuale ma al momento non mi risulta”.
Eppure nel suo partito non mancano le voci critiche sulle unioni di fatto.
“Ci sono sensibilità differenti che è giusto rispettare. Penso alla senatrice Binetti che è persona di grande intelligenza, abituata ad individuare un approdo comune alla fine di un percorso di dialogo.
Il nostro è un partito che si muove dentro una visione laica dello Stato, che sa tenere separati il piano del convincimento religioso da quello proprio dei parlamentari che sono chiamati a scrivere le leggi: e la legge è per definizione il luogo di un alto compromesso, che riconosce diritti e obblighi, vincoli e opportunità. E i ministri Bindi e Pollastrini si stanno muovendo proprio in questa direzione. Sbaglia chi si fa prendere dal desiderio di indossare l’abito dell’alfiere più intransigente di una visione cattolica o anticlericale: eppure vedo che questi ruoli gratificano alcuni colleghi. A tutti loro vorrei ricordare che se fossero prevalsi questi atteggiamenti, al posto di un sentimento alto dell’istituzione parlamentare, l’Italia non avrebbe raggiunto il grado di evoluzione democratica, tollerante e plurale, che ha attualmente.
Crede che una legge sulle unioni di fato possa realmente danneggiare la famiglia?
“Se togliessimo un qualunque grado di dignità o rango alla famiglia fondata sul matrimonio questo sarebbe contrario al sentimento diffuso tra gli italiani. Ma qui non si sta costruendo un altro tipo di famiglia: si stanno solo riconoscendo alcuni diritti a quei cittadini italiani che hanno scelto forme di convivenza diverse dal matrimonio, in coerenza con quei valori di solidarietà fondativi del nostro ordinamento e della nostra cultura costituzionale. Allargare i diritti di cittadinanza non significa togliere qualcosa a qualcuno: si sta semplicemente dando a chi adesso non ha. Se posso sintetizzare, il nostro obiettivo deve essere “diritti per tutti gli italiani e più politiche per la famiglia”. Ai tanti alfieri della cattolicità nel centrodestra vorrei ricordare che per la famiglia ha fatto più il governo Prodi in pochi mesi che loro in cinque anni”.
Crede che l’intervento della Chiesa influenzi il mondo politico in questo passaggio?
“E’ chiaro che non possiamo ignorare ciò che dice una autorità così importante come il Papa. Poi la decisione tocca al legislatore, che rivendica tutta intera la propria autonomia.
E’ convinto che questa autonomia sia un patrimonio condiviso?
“Credo e spero che, al di là di questa esibizione dei propri convincimenti, nell’atto politico prevarrà la necessità di una sintesi che contribuirà a rafforzare la coesione della coalizione. Non avremmo nulla da guadagnare da una divisione, che potrebbe farci molto male.
Mastella dice che se tre ministri si astengono sull’Afghanistan lui ha tutto il diritto di fare altrettanto sulle unioni di civili.
“E infatti trovo che sia tutt’altro che apprezzabile l’atteggiamento dei ministri che non solo si astengono ma impegnano molte ore a raccontarlo. Se vogliono avere un futuro roseo serve un codice di comportamento che imponga a tutti la ricerca della sintesi e non la semplice fotografia delle differenze.