La Provincia, 02/04/2008
Antonello Soro, capolista del Pd, torna a Cremona, incontra il direttore del settimanale diocesano, saluta i suoi compaesani sardi sotto il Terrazzo e, prima di ripartire per Roma per l’audizione di Padoa Schioppa sull’Alitalia, parla dei temi che stanno accendendo la campagna elettorale.
Tra poche ore sentirà in Commissione Trasporti della Camera la verità di Padoa Schioppa sull’Alitalia. Cosa si aspetta?
“Mi aspetterei che finisse questa fase di uso strumentale di una vicenda tanto importante e che l’opposizione portasse proposte smettendola con questa farsa che dura da settimane, tutta giocata sul desiderio di rinviare le decisioni”
Di chi è la colpa del disastro Alitalia?
“Alitalia è un’azienda in crisi strutturale che nel corso di 15 anni è progressivamente uscita dal mercato con un aumento vertiginoso di costi e una proliferazione di sindacati non sempre in sintonia con un aumento vertiginoso di costi e una proliferazione di sindacati non sempre in sintonia con le regole generali dei mercati. I governi hano con varia intensità rimosso il problema. Nei cinque anni del governo Berlusconi le azioni di Alitalia sono passate da 12 euro a 1, senza alcuna iniziativa dell’esecutivo. E’ davvero singolare che oggi Berlusconi pretenda di sindacare l’evoluzione di una procedura trasparente che ha visto confrontarsi compagini internazionali e gruppi privati”.
Il previsto incontro tra sindacati, Alitalia e Air France è stato rinviato. Un fatto positivo?
“A me sembra che sia aperto uno spazio di trattativa reale. E’ di tutta evidenza che Air France non è un interlocutore occasionale, c’è dietro un disegno, al quale noi possiamo partecipare fissando tutte le condizioni possibili e compatibili perché nasca una multinazionale ancora più grande dei trasporti aerei n Europa. Non una semplice acquisizione, ma una partecipazione italiana”.
Discutere oggi delle sorti di Malpensa con l’Expo alle porte è una cosa lunare, visto che arriveranno milioni di persone”. E’ d’accordo con Fini?
“Abbiamo sempre sostenuto che il futuro di Malpensa non dev’essere subordinato al destino di Alitalia ma che Malpensa ha potenzialità per essere un hub che vive di luce propria per la sua collocazione centrale in Europa e la sua prossimità a un’area economica tra le più ricche al mondo. Condizioni accresciute dall’Expo”
Al Senato il voto alla sinistra Arcobaleno toglie voti prevalentemente al Pdl” E’ corretta la semplificazione di Bertinotti sul voto disgiunto?
“No. La gara è tra Berlusconi e Veltroni e nei prossimi giorni la grande area degli indecisi dovrà valutare se scegliere la novità del Pd o tornare indietro preferendo Berlusconi. L’idea del voto disgiunto è un’autentica sciocchezza, non avvantaggia nessuno e presuppone un’idea degli elettori come terminali manipolabili. Noi abbiamo un’altra visione della democrazia”.
Vi siete pentiti del no a Boselli?
“Devo essere sincero?”
Certamente.
No. La casa dei socialisti è nel Pd, il gruppo dirigente di provenienza socialista candidato nel Pd è incomparabilmente più rappresentativo e numeroso di quello candidato nelle liste di Boselli. Lui ha cercato semplicemente di preservare una rendita di piccolo partito più o meno personale ignorando che si è aperto un nuovo ciclo politico e che la tradizione socialista è una delle componenti fondamentali del Pd. Penso che gli elettori socialisti voteranno per noi”.
Berlusconi ha proposto al Pd di fare insieme la riforma della giustizia. Accogliere l’invito?
“Se devo pensare alle politiche per la giustizia varate dal governo Berlusconi, trovo difficile immaginare il punto di convergenza in questa materia. In ogni caso, noi siamo impegnati per la ricerca di larghe intese sulle regole, sulle scelte fondamentali di sistema, a partire dalla collocazione internazionale. Ma l’esercizio di governo ci troverà su posizioni distinte ed opposte.
D’Alema giudica “moscio” lo slogan “si può fare”, Bersani contesta a Veltroni di non aver convinto i moderati. Veltroni è già in discussione?
“Ma no, ma no… Veltroni ha guadagnato prima il consenso degli elettori delle primarie, ma in questa campagna è riuscito a completare il profilo del nuovo partito producendo una straordinaria partecipazione di militanti che rendono la leadership di Veltroni più forte di quanto non fosse già”.
Si è visto con don Vincenzo Rini?
“Dopo questa intervista”
Cosa gli dirà?
“Sarà un incontro privato. Noi coltiviamo come un valore la distinzione del campo della politica da quello della religione. Ma questo non significa indifferenza alla ricchezza di sollecitazioni e testimonianze che vengono dalla Chiesa”.
Cosa non dimenticherà mai della campagna elettorale cremonese?
“Tante cose, ma ciò che mi ha colpito è stata la visita all’Anffas di Crema”.