Anche su siti e app dedicati all’infanzia c’è la presenza di pubblicità non adeguata. Le ispezioni sono in corso.
(Soldi&Diritti, 31 gennaio 2016)
Nei programmi tv e nelle app destinati ai bambini c’è troppa pubblicità che induce i più piccoli a desiderare cose di cui nonhanno bisogno. La pensano così otto intervistati su dieci, tra i più di mille italiani interpellati nella nostra inchiesta. La metà ritiene che i bisogni indotti dalla pubblicità portino a un aumento dei conflitti fra genitori e figli. Quale mamma non è stata assillata dalle richieste della sua bambina perché le compri lo zainetto, le cuffie, la maglietta di Violetta? Quando i nostri figli usano app o navigano su siti (anche se a loro destinati) non c’è da star tranquilli: una recente indagine svolta dalle Autorità di 28 Paesi (Global Privacy Enforcement Network) ha mostrato che raccolgono e usano i loro dati personali in modo poco trasparente e al tempo stesso li espongono alla pubblicità (di siti di incontri o di bevande alcoliche) e al rischio di passare a siti per adulti (vedi intervista al Garante per la privacy qui a lato). Nella guida nata dalla collaborazione tra Altroconsumo e Google: “Vivi Internet, al sicuro” (chiedila gratis su: www.altroconsumo.it/vivinternet) ci sono tutte le dritte per rendere la navigazione più sicura. Per esempio, si può ricorrere a SafeSearch, che impedisce di visualizzare immagini inappropriate per i minori.
Le app e i siti più utilizzati dai bambini italiani non tutelano adeguatamente la loro privacy. È quanto emerso dall’indagine che avete fatto insieme ad altre 28 Autorità internazionali. Cosa state facendo nei confronti di questi siti?
Dei 35 casi esaminati dalle Autorità internazionali è stata riscontrata una grave disattenzione nei confronti dei più piccoli dovuta, tra l’altro, alla presenza di pubblicità non adeguata e ai rischi che i bambini vengano reindirizzati anche verso siti “non controllati”. L’obiettivo principale dell’attività svolta è stato quello di diffondere, a livello internazionale, una maggiore consapevolezza sui problemi che possono investire anche i minori nel mondo digitale, al fine di promuovere una corretta tutela dei loro dati. Per quanto riguarda gli esiti dell’indagine a livello nazionale, abbiamo avviato specifiche azioni nei confronti dei titolari dei siti e delle applicazioni esaminate, al fine di rimuovere le illiceità emerse.
Quali sono i siti sotto osservazione?
Le valutazioni sono in corso, quindi mi limito a specificare che dei 35 siti e applicazioni presi in esame a livello internazionale (di cui circa 12 a livello nazionale) nessuno ha superato pienamente le verifiche.
Che misure possiamo adottare per evitare che i bambini diffondano i propri dati, usati poi a fini commerciali sualizzare immagini inappropriate per i minori?
Le regole sono quelle del buon senso: limitando il tempo che i bambini possono trascorre in rete, di fatto si limita l’esposizione ai rischi, usando software “filtro” con un elenco predefinito di siti da evitare o non lasciando soli i minori in un ambiente popolato da adulti come quello della rete. È quasi impossibile eliminare tutti i rischi presenti sul web. È uno spazio troppo grande, per natura non controllato, in continua evoluzione e sempre più creativo. La contropartita a un’agevole disponibilità, spesso gratuita, di giochi o applicazioni, che come in un Paese dei balocchi stimolano l’apprendimento anche dei più piccoli, è rappresentata da un monitoraggio invisibile e continuo dei loro comportamenti e delle loro abitudini. Per questo dobbiamo riappropriarci del nostro ruolo di genitori e di educatori, che deve spingerci ad essere sempre vigili.