Privacy violata, effetti devastanti. Il Garante: ora soluzione senza veti 

Soro: urgente intesa fra politica, giustizia e cronisti. “Ma no a bavagli”
Intervista ad Antonello Soro, Presidente del Garante per la protezione dei dati personali
(di Andrea Bonzi, Quotidiano Nazionale, 11 aprile 2016)

 

“Tutte le forze politiche, ma proprio tutte, riconoscono che l’uso distorsivo della trascrizione integrale delle intercettazioni produce un effetto devastante nella vita delle persone. Per questo auspico un punto di equilibrio, una soluzione condivisa il più possibile da tutti i soggetti in gioco”. I toni pacati di Antonello Soro, presidente dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali, non cambiano neppure nel momento in cui lo scontro tra magistrati e politica ha raggiunto un nuovo culmine.

Garante Soro, ciclicamente il tema delle intercettazioni torna a galla. Ma la legge ancora non c’è. Si è chiesto il perché?

“Tutte le parti politiche, senza eccezioni, hanno scoperto l’importanza della privacy o, al contrario, rimosso il tema, a seconda che subissero gli effetti dell’uso distorsivo delle intercettazioni o le usassero come strumento di lotta politica. E’ il famoso motto ‘non nel mio giardino’, una costante del comportamento sociale, non solo dei politici”.

Il responsabile giustizia del Pd, Davide Ermini, dice che la legge   sarà   pronta   entro l’estate. E la volta buona?

“La mia priorità è un’altra: un’assunzione generale di responsabilità per soluzioni condivise da tutte le parti in causa”.

Che impressione le hanno fatto le ultime conversazioni tra l’ex ministro Guidi e il compagno pubblicate in questi giorni? Erano tutte necessarie?

“Rilevo che, da parte di molti giornali, forse, c’è stato un cedere alla curiosità, in particolare su alcune espressioni del ministro, rispetto all’interesse pubblico per quelle dichiarazioni”.

Il neo presidente dell’Anm, Piercamillo Davigo, dice che non esiste un problema intercettazioni. C’è già il reato di diffamazione.

“Ma la giustizia interviene spesso quando il processo mediatico ha già largamente condannato la persona. Non è in discussione l’uso delle intercettazioni come strumento di indagine, ma quali tra esse possano essere rese pubbliche”.

Partiamo da chi fa uscire i cosiddetti “brogliacci” o altri atti che contengono dettagli la cui pubblicazione non è strettamente necessaria. Serve un giro di vite?

“Conta molto il comportamento di chi governa le procure: alcuni hanno adottato indirizzi molto precisi, chi fa illecitamente uscire informazioni non necessarie si assume una responsabilità penale, non solo deontologica.”

Il diritto all’informazione non rischia di essere mortificato?

“Il cronista deve esercitare un vaglio, e distinguere le informazioni utili affinchè il cittadino eserciti il controllo sui governanti e quelle che eccitano solo gli aspetti più viscerali dell’opinione pubblica. Se non c’è questa assunzione di responsabilità, non solo non bastano le linee guida dei magistrati, ma nemmeno una legge”.

A volte ci sono questioni di opportunità nella posizione di un politico che meritano di essere svelate all’opinione pubblica.

“Ci sono alcuni aspetti della vita dei politici che sono necessariamente sottoposti ad un controllo più stringente. L’esercizio del diritto a informare deve essere sempre libero, ma c’è un punto di confine tra questa libertà e la dignità della persona, che non può essere lesa. Chi alza i toni parlando di bavaglio compie un errore: nessuno può pensare nè di limitare il potere della stampa, nè quello dei magistrati. La politica da parte sua dovrebbe ritrovare un profilo più alto, non limitarsi a sfruttare le debolezze dell’avversario”.

Quando Berlusconi attaccava le ‘toghe rosse’, il centrosinistra era compatto sulla linea pro-magistrati. Ora è stato Renzi a bacchettare i pm.

“Anche allora c’erano garantisti e giustizialisti in entrambi gli schieramenti: i primi fanno sempre meno cassetta.”

Stando ad alcuni sondaggi sulle amministrative, le ultime vicednde dell’inchiesta avrebbero già avuto un effetto, spingendo, ad esempio a Roma, i Cinque Stelle.

“Non so, però posso dire che da quando faccio il Garante ho avuto occasione di incontrare rappresentanti di tutte le forze politiche, davvero molto preoccuppati per la loro privacy. E quando dico tutte, intendo proprio tutte.”

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