Il garante non teme per la riservatezza: “Contro il terrorismo servono misure più rigide”
Intervista ad Antonello Soro, Presidente del Garante per la protezione dei dati personali
(di Cristina Nadotti, La Repubblica, 10 agosto 2016)
Per ora è la partita di calcio all’Olimpico, ma presto chi assisterà a manifestazioni in cui si prevedano problemi di ordine pubblico potrebbe doversi rassegnare a limitare il suo diritto alla privacy. “La relazione tra sicurezza e riservatezza è sempre il prodotto di un bilanciamento “, è la conclusione a cui è giunto Antonello Soro, Garante per la protezione dei dati personali, nell’autorizzare il rilevamento di dati biometrici quando si scannerizza il biglietto nominativo per entrare allo stadio a vedere le partite di Roma e Lazio. Un provvedimento che apre la strada all’utilizzo in altre sedi.
Presidente Soro, c’è voluto un anno perché l’autorità esprimesse parere positivo alla richiesta del ministero dell’Interno. Perché?
“Ogni volta che istituzioni pubbliche o private richiedono una verifica preliminare per il trattamento dei dati personali si aprono dei tavoli e si convocano riunioni per valutare sia i contenuti, sia il riferimento di fondo al quale si ispirano queste decisioni. Di norma il trattamento dei dati biometrici non è consentito con molta facilità”.
Qual è stato l’elemento determinante per la vostra decisione?
“Il caso specifico è lo stadio Olimpico, ma non possiamo ignorare un contesto più ampio e particolare che è la minaccia terroristica. Rispetto a questa situazione, abbiamo valutato come proporzionata la misura scelta dal ministero dell’Interno e dalla polizia italiana. La legge italiana sulla privacy riserva disposizioni precise quando il trattamento dei dati personali avviene da parte delle forze di polizia per finalità di tutela di ordine pubblico, di prevenzione, accertamento o repressione dei reati”.
La parziale limitazione della libertà personale vi è sembrata perciò necessaria a garantire la sicurezza?
“In tutti questi casi il garante prescrive una serie di misure organizzative per bilanciare il ricorso a dati particolarmente delicati, come quelli biometrici, con le esigenze e le finalità a cui sono destinate. Quando in gioco ci sono due esigenze, la sicurezza collettiva e la tutela di un dato personale, i principi di riferimento sono stabiliti dal nostro ordinamento e sono quelli di necessità, di proporzionalità e di finalità”.
A quanta della nostra libertà personale è lecito rinunciare in nome della sicurezza?
“Questa è una domanda che noi ci poniamo sempre e premetto sempre che nel nostro ordinamento costituzionale nessun diritto è assoluto, non è assoluto il diritto alla privacy, che pure è un diritto fondamentale che deriva dall’ordinamento europeo di cui è un pilastro, e però non è assoluto neanche il diritto ad avere sicurezza. Sono diritti che vanno bilanciati e che risentono anche del contesto nel quale viviamo e sarebbe strano che questo non avvenisse. È un contesto di grave minaccia terroristica in cui la nostra libertà è comunque minacciata, ma ritengo che ci sia un bilanciamento corretto”.
Quali sono le misure organizzative scelte per bilanciare il rischio di furto di dati personali?
“Intanto non si tratta di una raccolta massiccia e generalizzata di dati e in ogni caso le informazioni raccolte vengono cancellate dopo sette giorni. Poi abbiamo chiesto la protezione fisica e logica dei server in cui sono custoditi i dati biometrici. Altro aspetto molto importante è che le informazioni non saranno trasmesse all’esterno per via telematica, perché il sistema di raccolta non è connesso con reti esterne. Infine gli operatori che specificamente sono abilitati al trattamento devono possedere chiavi altamente selettive. Il responsabile dei dati raccolti all’Olimpico sarà il questore di Roma e sarà fatta una selezione puntuale su chi materialmente dovrà gestirli”.
Presto i dati biometrici si potranno rilevare anche in altre manifestazioni e nei concerti?
“Abbiamo risposto a una richiesta riferita a uno stadio. Per ragioni di armonia del nostro ordinamento le prescrizioni che noi facciamo possono essere estese quando ci siano circostanze analoghe e quando vengano rispettate in misura puntuale le prescrizioni già disposte. A noi spetterà vigilare”
Cosa risponde a chi dice che meno gente andrà allo stadio?
“Al contrario, la garanzia di una misura ulteriore per la sicurezza dovrebbe incoraggiare i veri tifosi e scoraggiare i delinquenti che utilizzano gli stadi come luogo di rissa e violenza animati da altro spirito che quello sportivo. Questo a prescindere dal contesto di cui ho già parlato, quello del terrorismo, che è un elemento del quale non si può non tenere conto”.